Piano di GESTIONE DELLA BIOSICUREZZA

Estratto dell’Ordinanza Presidente Giunta regionale 10 novembre 2023 – n. 105

(Il documento originale, integrale lo trovate in allegato al presente articolo)

Ogni Istituto Faunistico che intende praticare abbattimenti del cinghiale nelle aree infette o nelle zone sottoposte a restrizione II e restrizione I, deve sviluppare piano di gestione della biosicurezza contenente gli elementi minimi di seguito riportati. L’obiettivo di questo piano è di prevenire la contaminazione indiretta e l’eventuale diffusione del virus in aree indenni.

Come previsto dell’Ordinanza del Commissario Straordinario alla PSA n.5/2023, le attività di abbattimento del cinghiale nelle zone sottoposte a restrizione sono vincolate all’approvazione da parte dell’Autorità Competente Locale, del piano di gestione della biosicurezza.

I capi abbattuti possono essere destinati all’autoconsumo esclusivamente all’interno della zona di restrizione I e solo se risultati negativi ai test di laboratorio per ricerca del virus PSA.

Operatori addetti al controllo e cacciatori

Ogni istituto deve allegare al piano l’elenco dei nominativi degli operatori abilitati al controllo del cinghiale e dei cacciatori che opereranno, specificandone la natura (operatore/cacciatore). Tale personale deve essere in possesso dei titoli abilitativi previste dalla normativa di settore per le attività di controllo e venatoria.
Non possono operare soggetti, inclusi i cacciatori, che detengono suini o lavorano a contatto con suidi. Tali condizioni devono essere riportate in forma di autocertificazione dai soggetti interessati ed inserite nell’elenco di cui sopra. Anche personale diverso dai cacciatori e operatori, come gli Agenti di Polizia Provinciale o dipendenti di Ditte incaricate per le attività, qualora venisse impiegato in azioni di campo, dovrà adottare le misure di biosicurezza di cui al presente piano.

Formazione in tema di biosicurezza

Tutto il personale che opererà deve ricevere una formazione specifica preliminare riguardo l’individuazione precoce della malattia, la mitigazione dei rischi di trasmissione del virus e le misure di biosicurezza da applicare durante le operazioni di controllo e di caccia.
Tale formazione deve essere richiesta degli Istituti Faunistici che intendono gestire la specie cinghiale all’ATS di Pavia e verrà erogata dalla stessa in collaborazione con la U.O. Veterinaria regionale. All’interno del Piano ogni Istituto integra l’elenco degli operatori e dei cacciatori di cui al punto precedente, con l’indicazione dell’avvenuta formazione.

Trasporto del cinghiale dal luogo di abbattimento a una struttura designata

È vietato eviscerare gli animali abbattuti sul campo e lasciare gli organi interni sul terreno. Eventuali parti di carcassa che si ritrovassero sul terreno devono essere rimosse e l’area disinfettata utilizzando disinfettanti di provata efficacia (principi attivi elencati nel Manuale operativo delle pesti suine). La carcassa deve essere trasportata intera e in sicurezza direttamente in una struttura identificata all›interno della stessa zona di restrizione in cui l›animale è stato abbattuto (punto di raccolta delle carcasse, centro di sosta, centro lavorazione selvaggina o casa di caccia) evitando ogni percolazione di liquidi e in particolare del sangue. A tal proposito si consiglia di porre la carcassa in recipienti di metallo o plastica rigida in quanto il solo utilizzo di sacchi di materiale tipo nylon potrebbero danneggiarsi. Qualora le carcasse degli animali abbattuti si trovino in luoghi difficilmente accessibili, ove sia per esempio necessario l’utilizzo di argani per il recupero, e non sia possibile porre immediatamente le carcasse in detti recipienti, il recupero può avvenire con tale strumentazione ponendo le carcasse successivamente nei recipienti e applicando idonee misure di pulizia e disinfezione alla strumentazione utilizzata.

Campionamento

Le operazioni di eviscerazione e campionamento dei cinghiali abbattuti andranno condotte esclusivamente nella struttura individuata e previa opportuna identificazione di ogni singola carcassa. Il campione per il test (preferibilmente milza e in subordine altri organi target) deve essere prelevato dalla carcassa direttamente dal veterinario ufficiale oppure da personale formato, e inviato all’IZS competente del territorio, per il tramite dell’Autorità Competente Locale (ACL), per ottemperare ai flussi informativi preposti.

Gestione delle carcasse

Una volta ottenuto l’esito favorevole al test per l’identificazione della PSA, le carcasse dei cinghiali abbattuti possono essere inviate, sotto controllo veterinario, ad un Centro di Lavorazione delle carni di selvaggina e successivamente presso uno stabilimento di trasformazione in grado di applicare uno dei metodi di riduzione del rischio previsti dall’allegato VII del Reg. (UE) 2020/687. Laddove non sia possibile l’invio presso lo stabilimento di trasformazione, le carcasse degli animali abbattuti in zona di restrizione II sono destinate alla distruzione, mentre le carcasse degli animali abbattuti in zona I possono andare all’autoconsumo ai sensi dell’art. 4 comma 1 lettera
a) punto ii dell’ordinanza n. 2/2023.

Abbigliamento e attrezzature

Il personale autorizzato a svolgere le attività di manipolazione e gestione delle carcasse deve:

• indossare indumenti e calzature lavabili e facilmente disinfettabili.
• utilizzare strumenti dedicati che possono essere facilmente puliti e disinfettati.
• riporre tutti i prodotti monouso in sacchetti di plastica e provvedere al corretto smaltimento.
• utilizzare esclusivamente disinfettanti autorizzati (principi attivi elencati nel Manuale operativo delle pesti suine).

Requisiti della struttura identificata e delle attrezzature

In ogni istituto Faunistico deve essere presente almeno una struttura dedicata che riceve carcasse di cinghiali abbattuti che deve essere facilmente raggiungibile dall’Autorità Competente Locale (ACL) e disporre dei seguenti requisiti:

• disinfettanti per ambienti e attrezzature.
• acqua corrente ed elettricità.
• cella frigo/frigorifero o congelatore.
• pavimenti e pareti lavabili.
• un’area dedicata per le attività di eviscerazione e scuoiamento.
• barriere per evitare l’ingresso di animali nei locali.
• un’area per la pulizia e disinfezione degli strumenti e del vestiario.
• contenitore per lo stoccaggio dei sottoprodotti di origine animale destinati allo smaltimento.
• barriere di disinfezione all’ingresso (vaschette riempite di disinfettante).

Corretto smaltimento dei visceri

I visceri degli animali abbattuti devono essere stoccati in contenitori a tenuta, non accessibili ad animali e devono essere sistematicamente inviati a impianti di smaltimento secondo procedure concordate con il DV dell’ATS territorialmente competente.

Stoccaggio sicuro in loco dei cinghiali abbattuti fino all’esito negativo del test per PSA

Nessuna parte dei cinghiali può lasciare la struttura prima di aver acquisito l’esito negativo dei test di laboratorio. Dopo le operazioni di eviscerazione l’intero cinghiale deve essere identificato individualmente e stoccato all’interno della cella frigo/frigorifero/congelatore. Le carcasse presenti in contemporanea all’interno della struttura in attesa del risultato dell’esito del campione devono essere considerate come un unico lotto e liberalizzate esclusivamente a seguito dell’acquisizione del risultato del test di tutte le carcasse. In ogni caso le celle frigorifere/frigoriferi/congelatori devono essere pulite e disinfettate dopo aver rimosso le carcasse.

Procedure per lo smaltimento dei cinghiali positivi alla PSA

In caso di esito positivo per PSA l’utilizzo della struttura viene sospeso e tutte le carcasse presenti vengono avviate allo smaltimento a cura dell’Autorità Competente Locale (ACL).

Pulizia e disinfezione della struttura

Una volta riscontrata la positività ai test di laboratorio, tutta la struttura deve essere pulita e disinfettata comprese celle frigo/frigoriferi/congelatori, veicoli, strumenti, vestiti sotto la supervisione dell’Autorità Competente Locale (ACL). Gli addetti alle operazioni di pulizia e disinfezione devono ricevere una specifica formazione. La soluzione disinfettante deve essere preparata al momento e utilizzata con un tempo di contatto di almeno 60 minuti. I disinfettanti efficaci sono riportati nel Manuale operativo delle pesti suine. L’Autorità Competente Locale (ACL) verificato l’avvenuta disinfezione dei locali e delle attrezzature.

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