⚠️ATTENZIONE!
La Peste Suina Africana, malattia virale altamente contagiosa, è diffusa in Europa e attualmente rappresenta una minaccia per milioni di suini domestici e di cinghiali. Tale malattia, non pericolosa per l’uomo, può essere trasmessa attraverso gli alimenti agli animali sani. Assicuratevi di gettare gli avanzi degli alimenti in appositi contenitori per rifiuti chiusi!
Raccomandazioni per tutti, cacciatori
Chiunque provenga da aree in cui la malattia è presente può rappresentare un veicolo inconsapevole di trasmissione del virus agli animali. Informarsi sui canali ufficiali sulla diffusione della malattia.
Anche i cinghiali, liberi di avvicinarsi alle zone antropizzate, oramai rappresentano uno dei mezzi di diffusione del virus, qualora entrino in contatto con allevamenti che non rispettano le norme di biosicurezza o con rifiuti alimentari abbandonati o con lavoratori del settore domestico.
E’ indispensabile adottare una serie di comportamenti corretti e di precauzioni per prevenire la diffusione della malattia.
Per tutti
- Non portare in Italia, dalle zone infette comunitarie, prodotti a base di carne suina o di cinghiale, quali, ad esempio, carne fresca e carne surgelata, salsicce, prosciutti, lardo, che non siano etichettati con bollo sanitario ovale
- Smaltire i rifiuti alimentari, di qualunque tipologia, in contenitori idonei e chiusi e non somministrarli per nessuna ragione ai suini domestici o ai cinghiali
- Non lasciare rifiuti alimentari in aree accessibili ai cinghiali
- Informare tempestivamente i servizi veterinari del ritrovamento di una carcassa di cinghiale
Per i cacciatori
- Pulire e disinfettare le attrezzature, i vestiti, i veicoli e i trofei prima di lasciare l’area di caccia; eviscerare i cinghiali abbattuti solo nelle strutture designate; evitare i contatti con maiali domestici dopo aver cacciato
INTRODUZIONE
Il Piano nazionale di Sorveglianza ed eradicazione per la Peste Suina Africana (PSA) per l’anno 2023, anche alla luce della attuale situazione epidemiologica nazionale, prevede l’esecuzione di attività di sorveglianza nelle aree del territorio nazionale libere dall’infezione, ed attività di eradicazione nelle aree in cui la malattia è presente.
Ritenendo rilevante il rischio di ulteriori incursioni del virus sia per contiguità, sia attraverso il ‘fattore umano’, sul territorio continentale indenne è indispensabile innalzare il livello della sorveglianza passiva sia nelle popolazioni di suini selvatici che domestici. In particolare, si rende necessario consolidare il sistema nazionale di allerta precoce per PSA, migliorare le azioni di sorveglianza passiva, avviare strategie a medio-lungo termine per la gestione della popolazione di cinghiali, rafforzare il sistema di biosicurezza negli allevamenti suinicoli e proseguire le attività di comunicazione/informazione/formazione degli stakeholders.
Nei territori coinvolti dalla malattia le misure finalizzate alla eradicazione della PSA prevedono di contenere l’infezione nelle zone infette, riducendo progressivamente l’area di circolazione virale, ed evitare la diffusione alla popolazione suinicola. In particolare, le attività previste sono il rafforzamento della sorveglianza passiva, la ricerca attiva delle carcasse di cinghiale, il divieto di ogni attività outdoor che rechi disturbo alla popolazione di cinghiali residente determinandone l’allontanamento e il relativo rischio di diffusione del virus, la creazione di adeguate barriere di contenimento della popolazione selvatica, la sorveglianza attiva mediante trappolaggio/abbattimenti dei selvatici, l’abbattimento preventivo dei suini domestici, il divieto di movimentazione di suini vivi e loro prodotti, una adeguata campagna di comunicazione e informazione al pubblico.
Relativamente alle attività di sorveglianza per Peste Suina Classica (PSC), nel 2023 continueranno a svolgersi come nell’anno precedente: i campioni prelevati per la sorveglianza virologica della PSA, sia negli allevamenti di suini domestici che nei selvatici, saranno utilizzati anche per la sorveglianza virologica della PSC.
La rete degli II.ZZ.SS. è stata autorizzata ad eseguire la diagnosi di prima istanza di Pesti Suine sui campioni di suini domestici e selvatici prelevati nell’ambito del Piano Nazionale. I test da eseguire da parte degli II.ZZ.SS. competenti per territorio comprendono analisi virologiche per la ricerca del genoma dei virus della PSA e della PSC attraverso metodiche biomolecolari (RT-PCR). Attualmente, ai fini degli obiettivi del Piano (early detection per la sorveglianza e misure rafforzate di sorveglianza passiva per l’eradicazione), non è prevista l’esecuzione di test sierologici, che possono essere richiesti caso per caso dal CEREP.
Tra le attività soggette a limitazioni rientra anche la caccia. In zona infetta è categoricamente vietato il prelievo venatorio del cinghiale in qualsiasi forma. Eventuali abbattimenti potranno essere effettuati esclusivamente in regime di controllo. Per quanto riguarda le altre forme di caccia, che restano possibili, è vietata l’attività venatoria “collettiva” di qualsiasi tipologia e specie. Sarà vietato cacciare con più di tre cani contemporaneamente per cacciatore o gruppo di cacciatori. Al termine dell’attività diventa obbligatorio prevedere il cambio di calzature e la loro disinfezione con agenti chimici efficaci nella distruzione del virus della Psa. Oltre alle calzature occorrerà disinfettare anche le gomme dei mezzi utilizzati per recarsi sul luogo di caccia.
Di seguito l’elenco dei comuni ricompresi nella zona infetta Regione Lombardia
Provincia di Pavia:
Mezzanino, Linarolo, Valle Salimbene, San Martino Siccomario, Carbonara al Ticino, Villanova d’Ardenghi, Zerbolò, Garlasco, Borgo San Siro, Gambolò, Vigevano, Cassolnovo, Gropello Cairoli, Travacò Siccomario, Pavia, Torre d’Isola, Bereguardo, San Genesio ed Uniti, Zeccone, Borgarello, Casorate Primo, Giussago, Certosa di Pavia, Vellezzo Bellini, Rognano, Battuda, Marcignago, Trivolzio, Trovo
Città metropolitana di Milano:
Motta Visconti, Besate, Morimondo, Ozzero, Abbiategrasso, Vernate, Rosate, Calvignasco, Bubbiano, Gudo Visconti, Casarile, Vermezzo con Zelo, Albairate
Bioregolatori
I soggetti abilitati al prelievo venatorio, con specifica formazione in materia di biosicurezza, assumono la funzione di bioregolatori e possono iscriversi nell’apposito Elenco Nazionale dei Bioregolatori attivato nel Portale dei Sistemi Informativi Veterinari – Vetinfo. All’elenco possono attingere le Autorità Competenti Locali (ACL) per attività di contenimento della specie cinghiale sull’intero territorio nazionale.
I cacciatori in possesso di specifica abilitazione in materia di biosicurezza possono iscriversi all’ elenco nazionale dei bioregolatori per contribuire al depopolamento della specie cinghiale.
EVENTUALI RINVENIMENTI DI CARCASSE DI CINGHIALE VANNO SEGNALATE ALL SERVIZIO VETERINARIO ATS, TRAMITE IL SEGUENTE NUMERO: